giovedì 18 dicembre 2014

Immigrati, Sì del Governo alla risoluzione PSI



Via libera del Governo alla risoluzione dei socialisti presentata da Pia Locatelli, nell’ambito della discussione sulle mozioni in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come "Dublino III", che prevede il mantenimento dell’operazione Mare nostrum per “quelle sue funzioni che non sono sovrapponibili con quelle di Triton, ricercando una complementarietà tra i due programmi e non disperdendo le competenze acquisite”.

“Abbiamo il dovere di smentire falsità e di far sapere che alimentando odio e paura del diverso non si blocca l’immigrazione, ma si dà vita a pericolosissime derive razziste. Non si fermano le migrazioni, in particolare di chi scappa da guerre, terrorismo, persecuzioni, violenze. E’ come voler fermare l’acqua”. Ha detto Pia Locatelli nel corso della dichiarazione di voto.

“Chiediamo inoltre - ha aggiunto Locatelli - che l'ultimo mese di semestre italiano di presidenza europea serva a cercare di modificare il regolamento Dublino III, al fine di facilitare la mobilità dei rifugiati riconosciuti affinché possano stabilirsi anche in Paesi della UE diversi da quelli in cui hanno effettuato la procedura di asilo, per ragioni familiari, umanitarie, di opportunità economica. 

A questo deve aggiungersi la costruzione di un sistema europeo di asilo, accompagnata dall’istituzione, nei Paesi rivieraschi della sponda meridionale del Mediterraneo, di sedi di screening delle richieste di accesso alle frontiere comuni europee, che limiti il ruolo dei trafficanti in un fenomeno che comunque esiste e continuerà ad esistere”.

Il testo integrale dell’intervento



E’ facile essere generosi in momenti di benessere economico, ma è ancor più facile, quando ci si trova in situazioni di crisi, di disoccupazione, di drastico abbassamento del tenore di vita dei cittadini, diffondere falsità e alimentare paure per raccogliere consensi. 
Noi socialisti respingiamo questo approccio ai problemi, in particolare quando sono in gioco i diritti umani delle persone. Ci sono principi che devono guidare l’azione di tutti coloro che rivestono cariche pubbliche anche, direi soprattutto, nei momenti di crisi.
Sto pensando ai valori di accoglienza e solidarietà che da sempre hanno contraddistinto la nostra Repubblica e dai quali non dobbiamo derogare. Anche se sarebbe la via più semplice, anche se farebbe guadagnare qualche voto in più. 
Il mese scorso il nostro Parlamento ha ospitato la Conferenza sui Diritti Fondamentali 2014, organizzata dall’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione Europea in collaborazione con la Presidenza italiana del Consiglio della UE, una Conferenza che ha discusso dell’importanza dei diritti fondamentali nelle politiche dell’Unione Europea in materia di migrazioni. 
Noi socialisti, europeisti convinti, abbiamo gioito due volte: perché il rispetto e la garanzia dei diritti fondamentali delle persone costituiscono valori identitari dell’Europa e per la scelta compiuta dall’Agenzia di affrontare il tema delle politiche migratorie assumendo come riferimento il parametro della salvaguardia dei diritti fondamentali. 
Questa premessa è per affermare che le scelte politiche non devono essere legate alla contingenza del momento ma vanno collocate in un quadro di coerenza con principi e valori.  
Entro ora nel merito del tema in discussione, delle migrazioni, delle relative regole o loro mancanza o insufficienza. Noi socialisti non chiudiamo gli occhi di fronte alla realtà: ci rendiamo conto che ci sono paure diffuse e ci facciamo carico delle preoccupazioni di cittadini e cittadine.  Ma abbiamo anche il dovere di capire da dove vengono queste paure, se siano fondate e se non siano alimentate in modo strumentale.
Partiamo dai dati, dai numeri di migranti e di rifugiati. Secondo gli ultimi dati dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, la presenza dei rifugiati nei 28 Paesi dell’Unione Europea alla fine del 2013 è di quasi un milione di persone, distribuite tra i diversi Stati in modo non omogeneo: Francia 232.000; Germania 187.000; Regno Unito 126.000; Svezia 114.000; Italia 78.000. La Francia e la Gran Bretagna, che hanno come noi 60 milioni di abitanti, accolgono un numero di rifugiati pari al triplo in Francia e una volta e mezzo in Gran Bretagna. La Svezia, che non arriva a 10 milioni di abitanti, ne accoglie 114 mila, noi 78 mila.
Una parte importante del problema è la percezione dei numeri, che nasce anche, forse soprattutto, da campagne alimentate ad arte, ricche di menzogne. Mettiamo a confronto alcuni numeri reali con quelli percepiti per indicare quanto sia grande il divario tra la realtà e la sua percezione, che manifesta numeri “immaginati” ben diversi. Alcune settimane fa un quotidiano britannico ha commissionato un sondaggio con il quale sono stati intervistati cittadini di alcuni Paesi dell’OCSE, Italia compresa, su argomenti diversi, tra questi l’immigrazione e la presenza di musulmani nel proprio Paese. Lo scarto tra realtà e percezione della stessa è significativo in diversi Paesi europei (Francia, Belgio, Gran Bretagna), ma in Italia lo è particolarmente. Gli italiani credono che la percentuale degli immigrati sulla popolazione sia del 30%, con un 20% di musulmani. In entrambi i casi la percezione moltiplica rispettivamente  per 4 e 5 volte il dato reale: gli immigrati sono il 7% e i musulmani  il 4%. 
Questi dati dimostrano che le  campagne che fomentano sentimenti di esclusione, discriminazione, paura dell’altro fanno breccia nell’opinione pubblica. Con conseguenze gravi per la coesione sociale. E altrettanto gravi sono le responsabilità dei media e di chi alimenta queste campagne.

Che fare? Abbiamo il dovere di smentire falsità e di far sapere che alimentando odio e paura del diverso non si blocca l’immigrazione, ma si dà  vita a pericolosissime derive razziste. Non si fermano le migrazioni, in particolare di chi scappa da guerre, terrorismo, persecuzioni, violenze. E’ come voler fermare l’acqua.
Nei mesi scorsi abbiamo compiuto un'azione di grande valore, l’operazione Mare Nostrum, che ha permesso di salvare 100.000 vite con un costo di due euro all’anno per ogni italiano: due caffè all’anno per salvare 100.000 persone!
Ci è stato confermato che Triton sostituirà Mare Nostrum. Noi socialisti abbiamo continuato a ripetere non si deve smantellare Mare Nostrum e ancora una volta chiediamo che il governo mantenga attive quelle sue funzioni che non sono sovrapponibili con quelle di Triton, ricercando piuttosto una complementarietà tra i due programmi, non disperdendo le competenze acquisite. I morti di questi giorni ci danno ragione. E’ una ragione che non vorremmo avere. Purtroppo le vittime di questi giorni alimentano le polemiche: l’Onu con il suo relatore speciale per i diritti umani Francois Crepeau, definisce insufficiente la risposta di Frontex quando sono in gioco così tante vite umane, mentre la UE che gestisce con noi il nuovo programma ammette che bisogna fare di più. 
Certamente non da soli. Vogliamo essere europei anche in questo e vogliamo condividere il peso di queste politiche. Un peso che a volte ci è leggero, vedi numero di rifugiati, che vanno distribuiti in modo più equilibrato; a volte ci è pesante, vedi costi di Mare Nostrum, che vanno condivisi. Per questo nella nostra risoluzione chiediamo il mantenimento dell’operazione Mare Nostrum che affianchi Triton, perché questa non è un’operazione sostitutiva né per mezzi né per risorse di Mare Nostrum. Anche perché: come si può pensare che chi fugge da guerre e persecuzioni cesserà di attraversare il Mediterraneo perché non c’è più Mare Nostrum?
Il ministro degli interni dice che il contrasto ai mercanti di morte è la cosa più importante . Noi diciamo che è importante , ma salvare vite umane non è certamente meno importante della lotta alla criminalità. Si lavora in contemporanea in ambiti diversi, perché non si può dire che l’uno viene prima dell’altro.
Sul tema della gestione del sistema dell’accoglienza, che in questi giorni ha rivelato un intreccio affaristico criminale, l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti non poteva essere più opportuna. Ma forse, chi ha fortemente voluto questa commissione , aveva delle ragioni ben fondate per farne richiesta. (Ma non dobbiamo parlare di questo ora).
Chiediamo inoltre che l'ultimo mese di semestre italiano di presidenza europea serva a cercare di modificare il regolamento Dublino III, al fine di facilitare la mobilità dei rifugiati riconosciuti affinché possano stabilirsi anche in Paesi della UE diversi da quelli in cui hanno effettuato la procedura di asilo, per ragioni familiari, umanitarie, di opportunità economica. 
A questo deve aggiungersi la costruzione di un sistema europeo di asilo, accompagnata dall’istituzione, nei Paesi rivieraschi della sponda meridionale del Mediterraneo, di sedi di screening delle richieste di accesso alle frontiere comuni europee, che limiti il ruolo dei trafficanti in un fenomeno che comunque esiste e continuerà ad esistere.
L’Italia vanta una tradizione diplomatica, storica e politica di agente di pace e di solidarietà nel Mediterraneo. Il difficile contesto interno, europeo e internazionale non sia un motivo per rinnegarla.
Lavoriamo su questi fronti e lasciamo da parte facili populismi per conquistare qualche voto in più. Non possiamo farci guidare dal cinismo e lasciare spazio a pericolose derive razziste, che ci torneranno indietro con gli interessi in termini di una disgregazione sociale che ora si manifesta contro gli immigrati, poi forse tra italiani e italiani e poi magari tra lombardi e lombardi…

Ovviamente i socialisti voteranno a favore di mozioni e della risoluzione che si ispirano a questi principi e valori.

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