mercoledì 20 maggio 2015

Cementifici Italcementi, il Governo faccia i controlli ambientali




TESTO INTERROGAZIONE 


LOCATELLI e PASTORELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: 
   il 15 ottobre 2014 Italcementi spa ha consegnato alla provincia di Bergamo l'istanza di modifica sostanziale dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata per lo stabilimento di Calusco d'Adda, presentando anche contestuale istanza di valutazione di impatto ambientale, 
   il progetto presentato da Italcementi spa prevede: l'incremento da 30 mila a 110 mila tonnellate all'anno del quantitativo di combustibili (costituiti da rifiuti solidi non pericolosi: combustibili solidi secondari) da utilizzare nel forno di cottura del clinker in parziale sostituzione dei combustibili fossili convenzionali; la diversificazione delle tipologie di rifiuti combustibili solidi secondari utilizzabili. Oltre al combustibile derivato da rifiuti, per cui è già è previsto e autorizzato l'utilizzo, Italcementi spa prevede di utilizzare rifiuti costituiti da plastiche e gomme, pneumatici finemente triturati, coriandolo di matrice plastica, biomasse legnose, fanghi biologici essiccati, fanghi dal trattamento biologico delle acque reflue industriali essiccati, fanghi da altri trattamenti acque reflue industriali essiccati; l'utilizzo di combustibili solidi secondari ex decreto ministeriale 14 febbraio 2013, n. 22 (non rifiuto); 
   i cementifici sono definiti dalla normativa «industrie insalubri di 1a classe» (decreto del Ministero della sanità del 5 settembre 1994) e hanno limiti di emissioni da 3 a 7 volte superiori a quelli degli inceneritori; 
   il Parlamento europeo, con la risoluzione del 24 maggio 2012, si è espresso per il divieto di destinare a incenerimento i rifiuti riciclabili e, più recentemente, la Commissione europea il 2 luglio 2014 ha ribadito tale indirizzo nella comunicazione «Verso un'economia circolare: un programma rifiuti zero per l'Europa»; 
   studi clinici rilevano la correlazione fra picchi d'inquinamento atmosferico (Pm10, NOx) e impatti sulla salute dei cittadini del territorio; 
   l'inquinamento ambientale causato dall'utilizzo del combustibile solido secondario è particolarmente impattante, in quanto dalla sua combustione derivano composti (diossine, furani, pcb) che sono normalmente assenti nelle emissioni da combustibili fossili e che, immessi in atmosfera con il particolato ultrasottile (pm 2,5 › 0,1), non sono adeguatamente intercettati dai sistemi di filtrazione e abbattimento; 
   l'11 febbraio 2015 si è tenuto il primo incontro della conferenza dei servizi indetta dalla provincia di Bergamo per confrontarsi con gli enti interessati sulla richiesta di Italcementi spa di aumentare i rifiuti costituiti da combustibili solidi secondari bruciati nello stabilimento di Calusco d'Adda. Alla conferenza, oltre a Italcementi spa, alla provincia di Bergamo, all'azienda sanitaria locale, all'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente e al comune di Calusco, hanno partecipato i sindaci o i loro delegati dei comuni di Paderno d'Adda, Imbersago, Robbiate, Verderio e Solza, che nel dicembre 2014 avevano chiesto alla provincia di Bergamo, tramite una lettera pubblica, di prendere parte alla procedura di verifica di impatto ambientale sul progetto di Italcementi spa; 
   il 6 marzo 2015 poi i comuni sopra citati hanno portato sul tavolo della provincia di Bergamo le proprie osservazioni tecniche; 
   i punti principali in discussione riguardano la tracciabilità e la qualità dei rifiuti bruciati, che il territorio chiede che vengano garantiti da un ente terzo, così come i controlli sulle emissioni; 
   un altro punto ha riguardato lo scalo ferroviario tra lo stabilimento e la stazione di Calusco d'Adda, della cui costruzione, secondo gli accordi del 2012, Italcementi spa si sarebbe dovuta occupare e sui quali, invece, lamenta difficoltà con le Ferrovie dello Stato che non si interessano del progetto; 
   per pareggiare il potere calorifico del carbone occorrono 1,8 chilogrammi di combustibile solido secondario per ciascun chilogrammo di carbone; pertanto, l'incremento della produzione dell'impianto in combinazione con la mancata realizzazione dello scalo ferroviario e il minor potere calorifico del carbone creerà senz'altro un incremento cospicuo del traffico indotto dal trasporto del combustibile su gomma, che incrementerà gli impatti sulle matrici ambientali, atmosfera e rumore; 
   non molti mesi orsono il Governo, con l'articolo 35 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, ha previsto un piano nazionale per individuare la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale e uno dei requisiti posti per il funzionamento degli impianti è stato il rispetto delle disposizioni sulla qualità dell'aria di cui al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155; 
   inoltre, il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 14 febbraio 2013, n. 22, recante «Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni», all'articolo 15, prevede l'istituzione di un comitato di vigilanza e controllo, presso il Ministero, con il compito, tra gli altri, di garantire il monitoraggio della produzione e dell'utilizzo del combustibile solido secondario-combustibile ai fini di una maggiore tutela ambientale, nonché la verifica dell'applicazione di criteri di efficienza, efficacia ed economicità e, inoltre, di intraprendere le iniziative idonee a portare a conoscenza del pubblico informazioni utili o opportune in relazione alla produzione e all'utilizzo del combustibile solido secondario-combustibile, anche sulla base dei dati trasmessi dai produttori e dagli utilizzatori; 
   infine, il 22 ottobre 2013, l'Assemblea della Camera dei deputati ha discusso una serie di mozioni presentate da tutti gruppi parlamentari sull'utilizzo del combustibile solido secondario e sulle implicazioni che ciò comporta per la salute dei cittadini e il 12 settembre 2013 ha approvato una mozione (la n. 1-00193), che, tra l'altro, impegna il Governo: «ad avviare approfondimenti tecnici multidisciplinari per verificare se e a quali condizioni l'utilizzo del combustibile solido secondario nei cementifici non determina rischi per la salute e per l'ambiente, con particolare riferimento alle effettive emissioni di sostanze inquinanti derivanti dall'uso dei rifiuti come combustibili, che tengano conto non solo del funzionamento degli impianti a regime e in condizioni di massima sicurezza, ma anche dei possibili rischi derivanti da malfunzionamenti, fuori servizio e gestione dei transitori; a fornire, a seguito di tali accertamenti preliminari, un quadro aggiornato sull'attuazione, da parte dei settori industriali coinvolti, del potenziale costituito dal combustibile solido secondario, fornendo anche informazioni circa i processi autorizzativi avviati a seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale n. 22 del 2013 (...)»; 
   l'articolo 32 della Costituzione sancisce la tutela della salute come «diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività» e, quindi, di fatto, obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità, 
   il Governo, in attuazione degli impegni assunti il 22 ottobre 2013 a seguito dell'approvazione della mozione n. 1-00193, dovrebbe aver già dato avvio alla ricognizione dello stato di utilizzo del combustibile solido secondario da parte dei cementifici sul territorio nazionale, compreso, quindi, l'impianto Italcementi spa di Calusco d'Adda –: 
   se il Ministro interrogato abbia assunto o intenda assumere le opportune iniziative a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, anche utilizzando il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, per verificare lo stato dei luoghi e il livello d'inquinamento dell'area in cui sorge il cementificio, nonché il tipo di combustibile solido secondario utilizzato dall'azienda (se combustibile solido secondario o combustibile solido secondario-combustibile, ossia combustibile certificato e di qualità), la tracciabilità del combustibile, la quantità e qualità degli inquinanti che si prevede l'impianto possa emettere a seguito dell'incremento di utilizzo di combustibile solido secondario, nonché i monitoraggi previsti. (3-01513) 

(19 maggio 2015)

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