mercoledì 6 maggio 2015

Onu, attivare un corridoio umanitario in Yarmouk



Signora Presidente, 18 mila persone, per lo più donne ed anziani, di cui 3 mila 500 bambini e bambine, intrappolate nel campo profughi di Yarmouk dalle milizie del Daesh – e sono quelli che rimangono dei 160 mila residenti originari del campo – rischiano di essere sterminate. Abbiamo visto immagini terribili di distruzione, violenza e morte e abbiamo ascoltato testimonianze di chi è riuscito a sfuggire e ha raccontato di maltrattamenti disumani: teste mozzate, esecuzioni sommarie, violenze sulle donne e sulle bambine, violenze gravissime. 
Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio eccidio che, a differenza di quanto avveniva in passato, stiamo vivendo in diretta. Questa volta vediamo e sappiamo tutto in tempo reale e non possiamo restare a guardare. 
Sappiamo bene – come ci ha ricordato il Viceministro Pistelli in occasione della discussione generale, Viceministro che ringraziamo per aver ribadito l'impegno del Governo a trovare una soluzione – che attualmente non ci sono le condizioni di sicurezza per aprire un corridoio umanitario perché le strade per accedere al campo sono controllate da Daesh con il quale non è possibile alcuna trattativa. 
Sappiamo che le truppe del califfato non hanno alcuna pietà nemmeno per le persone più indifese, i bambini e le bambine. È di alcuni giorni fa la notizia di una bambina yazida di nove anni regalata come premio ai miliziani, stuprata da almeno dieci jihadisti ed ora incinta, una bambina di nove anni. È stata salvata grazie all'intervento di una ONG curda e ora, mentalmente e fisicamente traumatizzata, è in cura in Germania, ma si teme non possa sopravvivere. 
Sappiamo che altri bambini e bambine di Yarmouk rischiano una sorte analoga e di certo già patiscono fame, sete e carenza di medicinali e assistono quotidianamente a terribili atrocità. 
Come avvenne per l'eccidio di Srebrenica, dal quale sembra non abbiamo imparato molto, forse nulla, sono prigionieri dei campi avversi, intrappolati tra i bombardamenti siriani e le milizie del Daesh e non hanno vie di scampo. Abbiamo apprezzato l'intervento immediato del Governo e del Ministro Gentiloni che hanno prontamente stanziato un milione e mezzo di euro per far fronte alla situazione, per garantire protezione, assistenza psicologica e sostegno umanitario ai minori del campo e per provvedere alla distribuzione di cibo, acqua, servizi sanitari alla popolazione. Con questa mozione, che abbiamo presentato a più mani, intendiamo manifestare il nostro impegno e rafforzare quello di cui ci ha parlato il Governo. Sarebbe stato bello accogliere l'invito di una mozione unitaria lanciato dal Viceministro Pistelli e, invece, vi è una pluralità di mozioni. Comunque, prevedere aiuti economici, sanitari e psicologici e possibilità di iniziative di accoglienza di questi minori, con tutte le procedure rispettose delle regole del caso, è giustissimo. Il problema è che prima, però, bisogna liberarli questi minori, ricercando relazioni e collaborazioni con gli organismi internazionali e le associazioni che già operano in questo territorio, per l'attivazione, vorremmo poter dire immediata, ma non possiamo che poter dire appena possibile, di un corridoio umanitario ONU a Yarmouk che consenta di salvare almeno i bambini e le bambine, perché non possiamo restare fermi e assistere senza muovere un dito ad un altro eccidio.

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