giovedì 2 luglio 2015

Europa, abbandonare divisioni per affrontare la crisi dell’Unione


“Ci troviamo nel momento forse più difficile della storia dell’Unione europea. Mai come oggi l'idea stessa di Europa, i suoi valori e i suoi principi vengono messi in discussione. Mai come oggi vediamo vacillare non solo il concetto di Unione politica, al quale aspiriamo, ma anche quello di Unione economica e finanziaria”.  Lo ha detto Pia Locatelli, deputata socialista e capogruppo del Misto in Commissione Esteri, intervenendo alla Camera per la dichiarazione di voto sulla legge delega europea.

“La crisi greca rischia di trasformarsi in un fallimento comune; il fenomeno delle migrazioni ci vede sordi e divisi, pronti a innalzare nuovi muri; l’escalation del terrorismo internazionale, che andrebbe affrontato con una strategia comune, viene strumentalizzato per creare paure e nuove chiusure.

Di fronte a queste sfide internazionali sarebbe opportuno, come avviene in altri Paesi del mondo e come è avvenuto sempre anche da noi, abbandonare le divisioni interne e presentarci ai tavoli europei con un’unica voce per chiedere non meno Europa, ma più Europa, l’Europa che vogliamo da sempre noi socialisti europei”.

il mio intervento in aula

Signor Presidente, preannunziando il voto favorevole del gruppo socialista, ancora una volta voglio sottolineare i passi avanti rispetto al passato grazie alla legge n. 234 del 2012, che ha introdotto due provvedimenti per adeguare al meglio il nostro ordinamento alla normativa europea. L'applicazione di questa legge ci permette di recuperare i ritardi accumulati nel recepimento delle direttive europee e di intervenire tempestivamente in caso di apertura di una procedura di infrazione. Abbiamo imboccato un percorso virtuoso che, con l'approvazione del provvedimento ora in discussione, prosegue sulla giusta strada, anche se le procedure aperte sono ancora molte, soprattutto sul fronte dell'ambiente e dei diritti.
Non sempre tutte le norme che ci vengono dall'Europa ci trovano concordi e questo avviene, come ho già sottolineato in altre occasioni, perché non siamo sufficientemente attivi nella fase ascendente del processo legislativo. Nel momento in cui le decisioni vengono prese a Bruxelles, l'Italia non sempre svolge – o ha svolto – un ruolo attivo ai tavoli o non interviene, non si oppone, non cerca alleanze. Tutto ciò non è però un motivo per non recepire le direttive al meglio e senza ritardi, sia per la nostra credibilità sia per evitare multe consistenti. Pensiamo sia necessario un atteggiamento pro-attivo, e a questo proposito colgo l'occasione per richiamare l'attenzione del Governo su una proposta di direttiva che ne vorrebbe modificare un'altra, la n. 92 del 1985 sull'attuazione di misure per promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro delle lavoratrici gestanti, in breve la direttiva sul congedo di maternità. È una proposta dell'ottobre 2008 ! In sette anni questa proposta non ha fatto tutti i passi necessari per la sua approvazione. Quindi, insieme a colleghe di questo Parlamento, ma anche di altri parlamenti nazionali appartenenti a Paesi dell'Unione europea, stiamo predisponendo una mozione che chieda al Governo italiano o a quelli di altri Paesi dell'UE di sostenere vigorosamente, in seno al Consiglio, la ripresa dei negoziati su questa proposta entro il termine fissato dalla Commissione, per consentirne l'adozione o, in alternativa, per avviare una nuova iniziativa legislativa sullo stesso argomento. Ritornando alla legge di delegazione europea e per concludere, questo provvedimento, che assume importanti adeguamenti sul fronte economico, finanziario, ambientale e in materia di giustizia, arriva in Parlamento nel momento forse più difficile della storia dell'Unione europea. Mai come oggi l'idea stessa di Europa, i suoi valori e i suoi principi vengono messi in discussione. Mai come oggi vediamo vacillare non solo il concetto e la speranza di Unione politica, al quale aspiriamo, ma anche quello di Unione economica e finanziaria. La crisi greca rischia di trasformarsi in un fallimento comune; il fenomeno delle migrazioni ci vede sordi e divisi, pronti a innalzare nuovi muri; l’escalation del terrorismo internazionale, che andrebbe affrontato con una strategia comune, viene strumentalizzato per creare paure e nuove chiusure. Di fronte a queste sfide internazionali, sarebbe opportuno, come avviene in altri Paesi del mondo e come è avvenuto spesso anche da noi, abbandonare le divisioni interne e presentarci ai tavoli europei con un'unica voce per chiedere non meno Europa, ma più Europa, l'Europa che vogliamo da sempre noi socialisti europei. Il nostro voto è chiaramente favorevole 

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