sabato 19 dicembre 2015

Violenza donne, sul “codice rosa” era meglio azzerare tutto

“Per la prima volta in questa legislatura abbiamo cercato di avviare sulla legge di stabilità un’azione trasversale relativamente a tematiche che riguardano in particolare le donne e l’uguaglianza tra uomini e donne. Ci siamo riuscite su molti argomenti, ma non su questo, che riguarda la tutela delle vittime di violenza”. Lo ha detto Pia Locatelli intervenendo in Aula per annunciare la sua firma all’emendamento presentato da Marisa Nicchi, e bocciato dall’Aula, che chiedeva di cancellare i commi 451bis e ter, istitutivi del “percorso tutela delle vittime di violenza”.
“La ragione che mi induce a sottoscrivere questo emendamento è che abbiamo perso la relazione con le associazioni che di questi temi si occupano. Loro si sono sentite tradite, e ne sono dispiaciuta. (…) Fare “tabula rasa per ripartire a confrontarci avrebbe potuto avviare la costruzione di una soluzione positiva per una migliore definizione delle linee guida”. La presentazione dell’emendamento, infatti, aveva sollevato le proteste delle associazioni femminili e in molte si sono chieste come fosse possibile che Pia Locatelli, che nel corso dell’approvazione della legge sulla violenza delle donne si era pronunciata contro l’irrevocabilità della querela, avesse potuto firmarlo «Ci tenevo a sottolineare – spiega Locatelli a Cristina Obber sul blog del Corriere della sera “27ora” – l’importanza della trasversalità, per cui mi sono sempre battuta in questi anni. Ci tenevo a promuoverla concretamente. Ho assunto un rischio? Si l’ho fatto e a volte i rischi comportano appunto dei rischi. Quando, dopo aver dichiarato la mia sottoscrizione, ho visto il testo – di cui non condividevo il contenuto – ho pensato a come si potesse tutte insieme rimediare, e sottolineo insieme, non per parti contrapposte.”. Una posizione ribadita anche in un’intervista su IO Donna. “Ammetto di aver firmato senza leggere. Per favorire il lavoro trasversale mi sono impegnata a firmare tutti gli emendamenti che sarebbero stati presentati”.
il mio intervento



Chiedo di sottoscrivere a titolo personale questo emendamento e vorrei spiegarne le ragioni per non essere fraintesa. Vorrei cogliere l'occasione per sottolineare il lavoro positivo che è stato fatto fra di noi colleghe di diversi partiti perché sul tema della legge di stabilità abbiamo fatto degli sforzi di convergenza che hanno dato risultati positivi e questo tengo a sottolinearlo. 
  Su questo argomento, invece, su quello della istituzione del percorso per le vittime di violenza, non siamo riuscite a trovare una sintesi che andasse bene a tutti, ma davvero ci siamo sforzate perché il testo originario dell'emendamento, rispetto a questo che andremo a votare o non votare, è davvero cambiato in questo tentativo di trovare una convergenza. 
  Ma il problema non è tanto che non siamo riusciti a trovare una sintesi che andasse bene, non è questo il problema che mi provoca disagio. La ragione che mi induce a sottoscrivere questo emendamento, che chiede di cancellare questi due commi istitutivi del percorso che, ripeto, sono migliorati rispetto al testo originario, è che abbiamo perso la relazione con le associazioni che di questo tema si occupano da anni. Loro non voglio dire che abbiano tutte le ragioni, ma loro si sono sentite tradite e ne sono dispiaciute e preoccupate perché loro sono quelle che se ne occupano di più, che hanno più competenza dal mio punto di vista. Allora, io vorrei poter ristabilire, vorrei che noi potessimo ristabilire questo ponte con loro e forse non votando questi due commi, cioè facendo una sorta di tabula rasa ma non per dare ragioni alle une o alle altre o alle associazioni ma per poter ripartire a discutere con loro, comprese, loro, le associazioni. 
  Vorrei che forse questo potesse aiutare la costruzione di soluzioni positive e condivise, anche pensando ai due emendamenti proposti dal Governo che voteremo dopo.

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