giovedì 21 gennaio 2016

Segnalazione di reati sul posto di lavoro, i socialisti si astengono: nessuna garanzia per il denunciato

“Come socialisti, come garantisti è difficile accettare che quello che è un dovere civico di ogni cittadino e cittadina, denunciare un reato o un abuso, venga regolato da una legge, così come proprio non possiamo accettare che a questa denuncia si accompagni una sorta di premialità. No, non possiamo”. Così Pia Locatelli alla Camera durante la dichiarazione ha annunciato l’astensione della componente socialista sulla proposta di legge per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato.


“Il provvedimento prevede che vengano previste garanzie a tutela del denunciante, garantendone l’anonimato e impedendo che possa subire qualsiasi ritorsione, lo capiamo ma non possiamo invece non rilevare che nulla viene scritto o detto a garanzia del denunciato. Troppe volte abbiamo visto, e noi socialisti ne sappiamo qualcosa, presunti colpevoli sottoposti alla gogna mediatica o a procedimenti giudiziari, dai quali sono poi stati completamente scagionati. Abbiamo già norme per prevenire e segnalare reati e irregolarità, e temiamo che inserirne altre con le modalità previste da questo provvedimento  rischi di trasformare i luoghi di lavoro in una sorta di campo di battaglia per regolare questioni personali, o di alimentare la cultura del sospetto e del ricatto”.


il mio intervento in aula



Signor Presidente, abbiamo seguito con attenzione l'iter di questa proposta di legge, che arriva in Aula profondamente modificata e senza dubbio migliorata rispetto a quello che era il testo originale. Questo provvedimento affronta un tema serio, anche se ostico per noi che ci sentiamo profondamente garantisti nell'animo: garantismo e insieme lotta alla corruzione. 
  Nell'ultimo ventennio la corruzione ha preso una fisionomia diversa, ha subito un sostanziale spostamento dalla politica all'apparato burocratico in senso lato, raggiungendo livelli allarmanti nella pubblica amministrazione. È stata bonificata la politica ? Non credo. Piuttosto, ha perso potere e peso a favore dei livelli decisionali della pubblica amministrazione grazie a questo spostamento che è iniziato negli anni Novanta. È un problema reale, che non va sottovalutato, quello che affronta questa legge e che è necessario che emerga. Comprendiamo, dunque, lo spirito con cui la relatrice del Partito Democratico ha praticamente riscritto il testo e ne condividiamo le ragioni di fondo. Come Socialisti, però, come garantisti, è difficile accettare che quello che è un dovere civico di ogni cittadino o cittadina – denunciare un reato o un abuso – venga regolato da una legge, così come proprio non possiamo accettare che a questa denuncia si accompagni una sorta di premialità. 
  Il provvedimento prevede che vengano previste garanzie a tutela del denunciante, garantendo l'anonimato e impedendo che possa subire qualsiasi ritorsione. Lo capiamo, ma non possiamo, invece, non rilevare che nulla viene scritto o detto a garanzia del denunciato. E se in funzione preventiva si parla di buona fede del denunciante, riteniamo che questo sia un concetto troppo aleatorio. Troppe volte abbiamo visto – e noi Socialisti ne sappiamo qualche cosa – presunti colpevoli sottoposti alla gogna mediatica o a procedimenti giudiziari, dai quali sono stati poi completamente scagionati. Abbiamo già norme per pervenire e segnalare reati e irregolarità. E quindi crediamo che, insomma, non questa legge non vada completamente bene senza rilevare la sostanza del problema, ed è per queste ragioni che noi Socialisti non possiamo votare a favore di questo provvedimento, però siamo consapevoli che il tema del contrasto alla corruzione sia da affrontare e quindi ci asterremo.

Nessun commento:

Posta un commento