mercoledì 17 febbraio 2016

Consiglio europeo, implementare il Piano sui Diritti Umani


“Non ha senso partecipare ai negoziati per controllare i flussi migratori di persone che scappano dalla guerra in Siria se non ci impegneremo con determinazione per un cessate il fuoco effettivo e prolungato. Solo allora potremo essere titolati a parlare e negoziare sul tema delle migrazioni”. Lo ha detto Pia Locatelli, intervenendo nel dibattito in seguito alle comunicazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016.
 

Nel corso della dichiarazione di voto sulla mozione di maggioranza Pia Locatelli si è soffermata particolarmente sulla questione dei diritti umani. In particolare sull’implementazione del Piano d’Azione per i Diritti Umani e la Democrazia per il periodo 2015-2019, approvato da Consiglio e Commissione pochi mesi fa, i cui contenuti contraddicono clamorosamente i comportamenti di questi mesi di diversi Paesi dell’Unione.




Il testo dell'intervento nel dibattito sulle comunicazioni del presidente Renzi

Signor Presidente, vorrei sottoporre alla sua attenzione un tema che apparentemente può sembrare estraneo all’ordine del giorno del Consiglio di domani. Stiamo assistendo in Medio Oriente e nel Mediterraneo ad una delle crisi più acute e complesse che si siano mai verificate. Attori diversi stanno ciascuno conducendo una propria partita nell’ambito di un apparente impegno comune per combattere l’ISIS: gli USA vogliono mandare a casa Assad ma senza il coinvolgimento di loro truppe di terra; la Russia lo sta sostenendo bombardando le postazioni dei suoi oppositori moderati, ossia non ISIS; l’Arabia Saudita sta combattendo la sua partita contro l’Iran per l’egemonia sunnita nella regione; la Turchia sta combattendo i curdi, lasciando, anzi sperando, che l’ISIS li massacri; i curdi stanno usando questa guerra anche per costruire la contiguità territoriale dei tre cantoni curdi a cavallo tra Siria e Turchia…. Una delle conseguenze di tutto ciò sono le centinaia di migliaia di profughi che arrivano in Europa. Noi ci riuniamo a Bruxelles per parlare di come regolare le migrazioni, se lasciarli arrivare o convincere la Turchia a trattenerli, se mantenere Schengen o smantellarlo, e c’è pure chi, venendo da un passato dietro la cortina di ferro, vuole costruire muri fisici e simbolici per fermare coloro che sono costretti a fuggire dalla guerra anche a causa della nostra incapacità di trovare soluzioni di pace. Non è paradossale? Noi socialisti le chiediamo di sostenere nel corso del Consiglio che non ha senso partecipare ai negoziati per controllare i flussi di persone in arrivo da quella regione se non ci impegneremo con determinazione per un cessate il fuoco effettivo e prolungato. Solo allora potremo essere titolati a parlare e negoziare sul tema delle migrazioni.

Il testo della dichiarazione di voto sulla mozione di maggioranza

Noi Socialisti voteremo a favore della risoluzione della maggioranza perché condividiamo gli impegni in essa contenuti, in particolare quello di rilanciare il dibattito più generale sul futuro dell’Europa salvaguardando l’anima e l’identità culturale e politica del progetto europeo. Noi socialisti pprezziamo soprattutto che il nostro Paese si proponga come cardine di un progetto europeo, rinnovato e rafforzato nel suo spirito originario, per un’ “unione sempre più stretta”, che metta in discussione le incertezze, l’incompletezza, le timidezze dell’Unione come la conosciamo. Per la verità più che di incertezza o timidezza, dobbiamo parlare di riluttanza, se non di rinuncia, da parte di alcuni Sati membri, al nostro progetto iniziale. Un esempio di questo atteggiamento rinunciatario: l’implementazione del Piano d’Azione per i Diritti Umani e la Democrazia per il periodo 2015-2019, approvato da Consiglio e Commissione pochi mesi fa, i cui contenuti contraddicono clamorosamente i comportamenti di questi mesi di diversi Paesi dell’Unione. Questo Piano ha l’obiettivo di dotare l’UE di un quadro di azione coerente la cui priorità è la tutela dei diritti umani in tutte le politiche dell’Unione. Il Piano individua una serie di azioni quali l’adozione di un approccio globale sui diritti umani in situazione di conflitto e di crisi, supportando lo sviluppo di strumenti volti a prevenire e contrastare le violazioni dei diritti umani. Ma noi europei che stiamo facendo nella crisi siriana? Il Piano parla anche di coerenza tra promozione e protezione dei diritti umani e politiche della UE in tema di relazioni commerciali, investimenti, migrazioni, asilo, lotta al terrorismo…. Penso allora ai rapporti commerciali con l’Iran, ai nostri investimenti petroliferi off shore in Egitto, alla sospensione della Convenzione sui diritti umani e alla cancellazione della nazionalità ai terroristi da parte della Francia…. Insomma alla relazione problematica tra affermazione dei principi e politica degli “interessi” nazionali. Vogliamo affrontarlo questo dilemma? Sollecito quindi il Presidente del Consiglio a tener ben presente questi aspetti e in particolare a ricordare a tutti l’impegno per l’implementazione del Piano sui Diritti Umani durante i lavori e nelle decisioni che il Consiglio assumerà.

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