mercoledì 10 febbraio 2016

Giornata del Ricordo, troppi silenzi sul genocidio degli italiani in Istria

"Cinquant’anni di silenzio, di omissioni, di storia ignorata. Tanto ci è voluto prima che si squarciasse quel velo di omertà che per anni ha coperto quello che per noi è il genocidio degli italiani nelle terre istriane. Ricordiamo le vittime delle foibe e l’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra". Lo ha detto Pia Locatelli, intervento alla Camera nel corso della commemorazione della Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe. " Si parla di 10 mila morti, e di trecentocinquantamila persone trasformate in esuli. Oggi a ricordare quella tragedia è tutto il Parlamento unito, da destra a sinistra: quei morti sono finalmente di tutti gli italiani e le italiane".





Il testo integrale dell'intervento

Cinquant’anni di silenzio, di omissioni, di storia ignorata. Tanto ci è voluto prima che si squarciasse quel velo di omertà che per anni ha coperto quello che per noi è il genocidio degli italiani nelle terre istriane. Ricordiamo le vittime delle foibe e l’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Si parla di 10 mila morti, e di trecentocinquantamila persone trasformate in esuli. Persone che scappavano dal terrore, non avevano nulla, bocche da sfamare che non trovarono in Italia una grande accoglienza. Proprio come quelle migliaia di profughi che si riversano oggi su quelle stesse terre, dove si alzano muri fisici e psicologici. La giornata del Ricordo, istituita nel 2004, è volta a mantenere viva una memoria che è stata per troppo tempo negata, ma anche e soprattutto a far sì che la storia non si ripeta. Fatti vicini nel tempo ci mostrano che la storia può ancora ripetersi e mi riferisco alla pulizia etnica di quasi settant’anni fa che vedemmo ripetersi nella prima metà degli anni ’90 nella stessa regione. Bene fa dunque il Parlamento a celebrare questa giornata e a ridare voce a quelle vittime che per decenni non hanno avuto voce. Ignorate e negate dal PCi, che per la vicinanza ideologica con Tito non volle affrontare il dramma degli infoibati. Ma non furono solo i comunisti a lasciar cadere l’argomento nel disinteresse: ci fu complicità diffusa nel considerare i profughi dalmati cittadini di serie B e ci fu complicità nel silenzio sulla tragedia delle foibe e in generale su ciò che avvenne alla fine della seconda guerra mondiale nei territori istriani. Tutto questo in nome degli equilibri geopolitici della Guerra Fredda. Oggi a ricordare quella tragedia è tutto il Parlamento unito, da destra a sinistra: quei morti sono finalmente di tutti gli italiani e le italiane.

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